Pavimenti scivolosi in scuole e negozi
Torniamo a parlare di pavimenti scivolosi. In un recente post abbiamo visto, dal punto di vista infortunistico, quali siano le dimensioni attuali del fenomeno in Italia, dove purtroppo la scivolosità è una tra le più diffuse – seppur sottovalutate – cause di infortunio nei luoghi di vita e lavoro.
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Ora vogliamo parlare dei rischi, non meno importanti, che riguardano chiunque ha responsabilità di custodia su luoghi pubblici in cui possono verificarsi episodi di cadute e scivolate per pavimenti umidi o bagnati.
Stiamo parlando di
- titolari di esercizi commerciali
- responsabili di strutture ricettive
- amministratori di condomini
- gestori di piscine
- responsabili di istituti scolastici e asili
…in genere, chiunque possa trovarsi a fronteggiare controversie con terzi che si sono malauguratamente procurati infortunio scivolando mentre si trovavano nell’altrui proprietà.
Pavimenti scivolosi: se sono causa di infortunio scatta il risarcimento
Basta sfogliare i giornali o fare qualche ricerca sui quotidiani online per rendersi conto di quanto il fenomeno sia frequente e le richieste di risarcimento, spesso e volentieri, non di poco conto.
Ecco alcuni esempi:
>> Scivola e si frattura un femore dopo 19 anni riceve 300 mila euro
>> Scivola in discoteca e si frattura. Maxi risarcimento ad una ventenne
>> Scivola e cade in ospedale, l’Asl deve pagare 10mila euro
>> Scivola al supermercato sull’uva e resta semi-invalida: battaglia per il risarcimento
Un problema tutt’altro che trascurabile. Sia per chi lo subisce che per le realtà che si trovano a dover rispondere del danno involontariamente cagionato.
A conferma dell’attualità del tema arrivano due sentenze della Corte di Cassazione che indicano in modo incontrovertibile l’orientamento della giurisprudenza.
Ecco cosa dice la Cassazione (se gestisci un’attività non puoi non saperlo!)
Con la sentenza n 13222/16 la suprema corte si è espressa sul caso di una signora caduta all’interno di un panificio. La donna era scivolata sull’acqua lasciata dagli ombrelli portati dai clienti all’interno del locale, procurandosi una brutta frattura del collo femorale sinistro.
I giudici di legittimità hanno accolto la richiesta di risarcimento dei danni da parte della donna per via della condotta poco diligente e prudente del titolare della panetteria che, in quanto custode del bene, avrebbe dovuto mettere in sicurezza il negozio evitando che il pavimento diventasse scivoloso per la caduta delle gocce d’acqua.
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Al di là di molte altre considerazioni, la sentenza ribadisce in modo inequivocabile un aspetto:
se una persona, all’interno di un’attività commerciale, cade e si infortuna a causa di un pavimento bagnato ha diritto a essere risarcito dal titolare del locale.
Non conta che il pavimento bagnato rappresenti una condizione particolare di un bene in custodia. Se il pavimento bagnato – e quindi reso scivoloso – si configura quale nesso causale tra la caduta e l’effettiva pericolosità del bene in custodia, scatta la responsabilità oggettiva del custode (negoziante o chi per esso) sul quale grava l’onere del risarcimento.
L’unica via di salvezza?
Che quest’ultimo, in caso di giudizio, sia nelle condizioni di provare in modo certo che il pavimento incriminato non fosse oggettivamente scivoloso (esclusione del nesso causale) e di avere agito in modo diligente per garantire condizioni di sicurezza nel locale.
La scuola responsabile se un alunno scivola e si fa male
Con la sentenza n. 3695/2016, depositata in febbraio, la Cassazione ha giudicato un caso similare avvenuto negli spogliatoi di una scuola.
Una tredicenne era scivolata a causa del pavimento bagnato negli spogliatoi dei locali adibiti dalla scuola a palestra. Nella circostanza l’alunna si era rotta un dente e aveva riportato postumi invalidanti permanenti al 2 per cento.
Nei primi gradi di giudizio, Il Tribunale di Trieste e la Corte d’appello di Trieste avevano respinto il risarcimento chiesto dai genitori, non riscontrando un rapporto causale tra l’evento e la condotta del personale scolastico.
La Cassazione ha però ribaltato il giudizio, ritenendo che sulla scuola incombe l’onere di dimostrare che l´evento è stato determinato da causa non imputabile né alla scuola né all´insegnante. La scuola ha uno specifico obbligo di protezione e vigilanza ed è pertanto responsabile in caso di infortunio di un alunno.
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Pavimenti scivolosi: quali conclusioni trarre?
Alla luce di quanto sopra, emerge l’assoluta necessità di valutare preventivamente il rischio scivolosità.
E’ inoltre necessario attuare delle cautele antiscivolo volte a mettere in sicurezza gli ambienti escludendo pericoli di cadute.
Nel mercato sono disponibili soluzioni e tecnologie differenti (qui puoi leggere l’articolo dove proponiamo un confronto).
Ci limitiamo a ricordare che il trattamento antiscivolo Tekno Touch ha il pregio di risolvere in modo permanente il problema, lavorando in microtecnologia sulla struttura naturale di una pavimentazione per portarla ad avere coefficienti di attrito pari o superiori a quelli richiesti per legge; il tutto in modo invisibile, durevole e garantito per 20 anni nel tempo.
Terza e ultima considerazione: la diligenza di chi ha responsabilità su beni in custodia è importante ma, da sola, non è sufficiente nel momento in cui ci si trova dinanzi ad avvocati e giudici.
Per questo oggi è quanto mai essenziale poter contare su una documentazione attendibile che attesti l’idoneità di una pavimentazione.
Da qui l’importanza di avere una certificazione antiscivolo sul trattamento che tenga conto delle norme richiamate dalle leggi italiane in materia di antiscivolo (metodo BCRA come da DM 236/89).