Come eliminare i graffiti sui muri?
Ma soprattutto: come prevenire e scoraggiare atti di vandalismo incontrollato e graffiti che deturpano la bellezza e il pregio di palazzi e centri storici?
Forse non tutti sanno che anche su questo fronte la nanotecnologia offre oggi delle opportunità straordinarie.
In questo post proviamo a contestualizzare con qualche dato il problema dei graffiti selvaggi (attenzione, da non confondere con la street art!) e vediamo inoltre con esempi concreti di applicazione di trattamenti nanotecnologici antigraffiti a tutela del patrimonio architettonico e storico-monumentale.
I contorni di un fenomeno in crescita esponenziale
Secondo quanto riportato dall’Associazione Nazionale Antigraffiti
il fenomeno dei graffiti vandalici ha assunto negli ultimi anni aspetti più aggressivi di un tempo.
Si parla di un incremento di azioni pari al 12-15% di anno in anno, dell’abbassamento dell’età dei cosiddetti ‘taggers’ ai 12 anni, del diffondersi di tecniche di imbrattamento più invasive come venirci indelebili, rulli ed estintori a spruzzo.
Solo a Milano si contano 1.350 writers e circa 340 crew.
Un esercito, praticamente.
Si ipotizza che per ripulire la città meneghina da tag e imbrattamenti servirebbero risorse per 100 milioni di euro.
Nuclei antigraffiti e volontari in azione
Con l’intensificarsi del problema è aumentata l’attenzione di alcune amministrazioni e degli stessi cittadini, desiderosi di salvaguardare il decoro delle città.
Associazioni di volontari e nuclei antigraffiti sono già operativi in capoluoghi come Milano, Parma, Vicenza e attualmente in via di formazione in molte altre città.
In alcuni comuni, come a Reggio Emilia, sono all’esame ordinanze antigraffiti nella speranza di scoraggiare gli sfregiatori armati di bombolette spray.
In altre zone comitati di quartiere si danno appuntamento in strada organizzando iniziative di cleaning per ripulire condomini, scuole e luoghi pubblici da graffiti e mura imbrattate.
Gli episodi di sfregio che a inizio 2017 hanno preso di mira due monumenti icona dell’Italia, il Colosseo a Roma e il Ponte di Rialto a Venezia, sono stati un campanello d’allarme importante e hanno riportato il problema della prevenzione e protezione antigraffiti sotto i riflettori dell’opinione pubblica.
Il Decreto Sicurezza Urbana, approvato a febbraio dal Consiglio dei Ministri, contiene una norma che prevede la pulizia e il ripristino dei luoghi danneggiati per coloro che violano il decoro urbano.
La migliore arma? La prevenzione
Ma l’inasprimento delle pene si scontra con la difficoltà di cogliere con le mani nel sacco chi sta deturpando un pezzo di città o un monumento. E non è sempre facile risalire agli autori di graffiti vandalici.
Ugualmente, per ragioni economiche, logistiche e in parte anche di privacy, sembra di complessa attuazione l’ipotesi di implementare sistemi di controllo e video-sorveglianza attivi 24 ore al giorno 7 giorni su 7 per sorvegliare centri e periferie.
L’arma più semplice da mettere in campo, dunque, resta la prevenzione.
Prevenzione che va intesa in doppia veste: sia come strategia di sensibilizzazione ed educazione civica, sia come tattica di difesa ‘sul campo’ dai malintenzionati.
Nella direzione della sensibilizzazione e della creazione di un senso civico condiviso vanno, ad esempio, iniziative lodevoli come i cantieri didattici promossi da alcune scuole che coinvolgono gli studenti in progetti di rimozione di scritte.
Soluzioni antigraffiti: il contributo della nanotecnologia
Resta un dato di fatto: nel breve termine, la battaglia contro bravate o scempi verso il patrimonio urbano si svolge soprattutto per le strade e nei centri città, potendo contare cioè su tecnologie che possono scoraggiare o far franare i progetti dei graffittari.
E’ fondamentale disporre di tecnologie che possono ergersi a protezione di facciate, monumenti e luoghi a rischio.
Grazie ai progressi nella progettazione di dispositivi e materiali in nanoscala, si sono recentemente spalancati nuovi promettenti scenari per contrastare il fenomeno del graffitismo selvaggio e non autorizzato.
In un mercato dove sono già presenti prodotti antigraffiti sacrificali di tipo tradizionale come pitture e vernici, i trattamenti nanotecnologici traghettano verso
soluzioni non invasive per il supporto ed efficaci nel minimizzare il contatto tra superficie e vernici spray in modo globale e durevole nel tempo.
Ad esempio, il trattamento nanotecnologico antigraffiti Ector® RG-10 riesce a creare una barriera protettiva invisibile la cui azione interessa anche i più piccoli micropori del materiale. Anche gli inquinanti forti faticano ad attecchire e penetrare nel substrato, e la rimozione risulta oltremodo semplice.
Se si pensa che una singola applicazione del trattamento offre una protezione multipla consentendo più di 20 rimozioni di graffiti, si intuisce come la nantecnologia rappresenti oggi un valido deterrente contro il writing vandalico.
Se si può contare su una protezione che agevola la rimozione facile, tempestiva e sistematica del graffito, è molto probabile che anche il writer recidivo un po’ alla volta si scoraggi (e magari cambi zona…).
Case history Ector® RG-10: la Mela di Milano e San Basilio Venezia
Un anno fa Ector® RG-10 è stato scelto per la protezione della suggestiva opera “Mela Reintegrata” dell’artista Michelangelo Pistoletto.
Si tratta di una installazione di grandi dimensioni posizionata all’esterno della stazione centrale di Milano, costituita da una struttura di metallo interamente modellata da un intonaco argilloso mescolato a polvere di marmo realizzato da MGN.
Tale tipologia di intonaco, molto poroso, rende la superficie particolarmente esposta al rischio graffiti oltre che aggredibile da smog e piogge acide.
Evitando di creare strati aggiuntivi e senza snaturare in alcun modo le caratteristiche della superficie, il trattamento Ector® RG-10 è pertanto sembrato la soluzione più adatta per proteggerne l’intonacatura bianca da imbrattamenti e da agenti atmosferici tutelando l’integrità artistica dell’opera.
Risale invece a pochi giorni fa l’intervento di riqualificazione di un lungo tratto di muratura demaniale, in zona San Basilio a Venezia che si presentava abbondantemente imbrattata da graffiti e con rilevante presenza di muschi e licheni.
L’intervento è stato commissionato dall’Autorità Portuale di Venezia che ha apprezzato la possibilità di poter ripristinare e tutelare la bellezza di questa muratura storica con un trattamento:
- non invasivo né filmogeno
- dalle spiccate caratteristiche di ecosostenibilità perché a base acqua e senza solventi
- in grado di proteggere la superficie minerale lasciandola traspirare (importante per scongiurare problemi di sali ed efflorescenze)
I lavori si sono svolti in due giorni e hanno visto i tecnici di R&R Group impegnati nelle seguenti fasi di lavorazione:
- accurata rimozione dei graffiti, mediante applicazione preliminare di Ector® GEL rimotore e successiva azione con spazzola e idropulitrice a bassa pressione
- pulitura mediante sabbiatura a secco del supporto in laterizio e cotto antico, per la rimozione dello sporco tenace; sono stati utilizzati inerti minerali naturali di finissima granulometria così da mantenere inalterata la patina naturale del manufatto
- applicazione di trattamento biocida volto a debellare e impedire in modo definitivo la proliferazione di muffe, muschi e licheni
- a conclusione del ciclo di posa, la stesura finale del protettivo nanotecnologico antigraffiti Ector RG-10 che fungerà d’ora in avanti da scudo invisibile contro graffiti
Per maggiori informazioni: info@rergroupsrl.com